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LA GEOGRAFIA DEL BATS

La storia delle Marche

DALL'UNITA' D'ITALIA AD OGGI

La battaglia di Castelfidardo
La battaglia di Castelfidardo
 

Dall'Unità d'Italia alla Prima Guerra Mondiale

Allo scoppio della Seconda Guerra di Indipendenza molti volontari marchigiani si unirono all'esercito piemontese, che entrò nelle Marche l'11 settembre 1860. Il giorno 18 il generale Cialdini sconfisse le truppe pontificie a Castelfidardo e a fine mese si arrese anche Ancona. Dal 1860 al 1861 Valerio venne nominato commissario staordinario e in seguito al plebiscito del 4-5 novembre 1860 le Marche furono annesse al Regno di Sardegna. Con l’Unità furono costituite le quattro attuali province con la soppressione delle due province pontificie di Fermo e Camerino, mentre la zona di Gubbio venne trasferita in Umbria.

Da allora la storia delle Marche è la storia d'Italia, anche se le aspettative di autonomia locale furono stroncate dalla stretta accentratrice del 1865. L'economia regionale restò prevalentemente agricola ed entrarono in funzione le linee ferroviarie che da Ancona collegavano Rimini e Pescara sulla costa e Roma all'interno. La fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento furono caratterizzati dal malcontento sociale e da una forte emigrazione: molti contadini marchigiani cercarono la fortuna al'estero, in particolare nelle Americhe. Nel 1914, dopo una serie di agitazioni e scioperi, le Marche furono il centro della settimana rossa, insurrezione popolare con saccheggi ed occupazioni sedata solo con il sanguinario intervento dell'esercito.

Dalle Guerre Mondiali a oggi

Il 24 maggio del 1915, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Ancona subì un violento bombardamento da parte della flotta austriaca, e nel corso della Grande Guerra tutte le città marchigiane piansero i loro caduti al fronte.

Negli anni 1920 e 1921 aumentarono i disordini sociali e anche nelle Marche mentre   nasceva il partito comunista si diffondeva rapidamente il fascismo. Dal 1922, l'anno della marcia su Roma, tutta la regione passò sotto il controllo delle squadre fasciste e Mussolini venne nelle Marche in visita ufficiale nel 1926 e nel 1933. Nel 1940 l'Italia entrò di nuovo in guerra e nel 1943 la regione fu direttamente coinvolta nella guerra con l'occupazione tedesca, le deportazioni e i violentissimi bombardamenti alleati, mentre gli sfollati dalle città si dirigevano verso le campagne. Nel 1944 la Resistenza partigiana divenne attiva e nelle zone interne si formarono bande regolari, mentre lungo il fiume Foglia i tedeschi creavano la linea gotica, struttura difensiva che doveva fermare l'avanzata anglo-americana. Ma i corpi britannico e polacco liberarono a giugno Ascoli, Macerata e Ancona, finché a settembre, dopo che Churchill aveva visitato la prima linea sul Metauro, anche Pesaro fu liberata.

Nella ricostruzione del dopoguerra si gettarono le basi per il grande sviluppo economico della regione: la diffusa mezzadria a carattere familiare lasciò il passo alle tante attività artigianali e industriali, anch’esse a base familiare, con forti specializzazioni locali. Nel 1970 nasceva la Regione Marche e nel 1975 fu scelta la sede di Osimo per il trattato tra Italia e la Jugoslavia di Tito. Negli ultimi anni le Marche si sono distinte per la flessibile solidità del suo modello economico, per la vivacità culturale e le sue glorie sportive, e soprattutto per la sua vocazione turistica, riuscendo a mescolare il mare e la montagna, la tavola e il santuario, l'arte e il divertimento, mantenendo un equilibrio tra tradizione e innovazione.

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