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IL TEMPO E I CALENDARI

Il calendario gregoriano

Il calendario Gregoriano fu introdotto nel 1582 al posto del calendario Giuliano, che non era più sincronizzato con le stagioni: a causa della differenza di 11 minuti e 14 secondi tra anno tropico e anno giuliano l’equinozio di primavera cadeva l’undici marzo. Il Papa Gregorio XIII, consigliato dagli astronomi Lilio e Clavio, attuò la riforma del calendario Giuliano sopprimendo tre giorni bisestili ogni 400 anni. Nel sistema gregoriano restano bisestili tutti gli anni divisibili per 4, eccetto gli anni di fine secolo (detti anni secolari), i quali restano bisestili soltanto se sono divisibili per 400. L'anno civile dura quindi 365,2425 giorni, più vicina alla durata di 365,2422 giorni dell'anno tropico. I 26 secondi di differenza comportano un giorno di spostamento ogni 3000 anni.

Per attuare la riforma e riportare la concordanza con le stagioni vennero soppressi dieci giorni di calendario. A Roma si passò da giovedì 4 ottobre 1582 a venerdì 15 ottobre e l'anno seguente iniziò il 1 gennaio invece del 25 marzo. In Francia si passò dal 9 dicembre 1582 al 20 dicembre, mentre i paesi non Cattolici introdussero il calendario Gregoriano con riluttanza: in Germania entrò in vigore nel 1775, in Gran Bretagna nel 1752, in Svezia nel 1753, in Giappone nel 1873, in Russia nel 1918, in Grecia nel 1923 e in Cina nel 1949. L'inconveniente maggiore del calendario Gregoriano, oltre alla mobilità della Pasqua e delle altre feste religiose, è la diversa durata dei mesi e la non corrispondenza del nome del giorno delle stesse date in anni diversi.

La storia del calendario


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