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La misura del tempo

Poiché quello che definiamo tempo è una successione illimitata di istanti, misurare il tempo equivale a confrontare la durata di un fenomeno con la durata di un intervallo definito come campione. I cicli naturali fondamentali sui quali si è iniziato a contare il tempo sono l'alternanza del giorno e della notte (ogni giorno), la lunazione (ogni mese) e il succedersi delle medesime stagioni (ogni anno). Osservando questi cicli periodici l'uomo ha scelto una serie di intervalli sia per suddividere il giorno (ore, minuti e secondi) che per raggruppare giorni (settimane e decadi) e anni (lustri, decenni, secoli e millenni).

Per la scienza, che ha bisogno di una precisione maggiore rispetto a quanto è necessario per la vita comune, l'unità fisica fondamentale di misura del tempo nel Sistema Internazionale è il secondo, non più legato ai moti irregolari della Terra rispetto al Sole: definito nel 1820 come la 86.400-esima parte del giorno solare medio, nel 1960 fu definito come la 31.556.925,9747 parte dell'anno tropico 1900, e nel 1972 è stato definito in relazione alle oscillazioni atomiche come "la durata di 9.192.631.770 cicli di radiazione corrispondenti alla transizione fra due livelli iperfini dello stato di base dell'atomo di Cesio 133".

La Misura del Tempo
La torre dell'Orologio
Venezia, Piazza San Marco

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